Comune di Staiti
Staiti è un piccolo comune della Locride, raggiungibile da Reggio Calabria in un’ora d’auto.
Di struttura medievale, arroccato a 500 metri sul livello del mare sulle pendici del monte Cerasia all’estremo sud del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Staiti domina l’ampia valle della fiumara di Bruzzano ed un emozionante tratto di mar Ionio, la Costa dei Gelsomini, da cui dista 12 chilometri.
L’antico borgo, il più piccolo della Calabria, è abitato da 300 abitanti che raddoppiano durante i mesi estivi con il ritorno degli emigrati e con la presenza dei turisti.
In questo periodo Staiti si trasforma in un paese-albergo, apprezzato da quanti amano il silenzio di una natura incontaminata e l’aria fresca e ventilata, pur rimanendo a poca distanza da un mare caldo e pulito con ampie spiagge dove nidificano le tartarughe Caretta Caretta. Alcune serate estive di Staiti sono vivacizzate, oltre che da sagre rinomate, da esibizioni del festival della musica etnica Paleariza e da eventi culturali sui beni artistici del territorio.
Da questo punto di vista, Staiti è infatti un comune privilegiato: ha saputo mantenere intatte le sue bellezze e risorse naturali, offrendo per tutto l’anno vari servizi a favore degli escursionisti in Aspromonte; supporta da un secolo l’unica banda musicale del territorio, miracolosamente portata avanti da giovani di generazione in generazione; s’impegna costantemente in strategie di valorizzazione delle tradizioni culturali e del patrimonio artistico.
Oltre alle sue vecchie dimore e all’antica fontana decorata con maschere apotropaiche, Staiti ha tre importanti chiese: S. Anna (XVII secolo), S. Maria della Vittoria (XVI secolo), dove è presente una pregevole scultura marmorea di Martino Regi del 1622 e S. Maria de' Tridetti, monumento nazionale, una delle chiese abbaziali bizantine più importanti d’Italia.
Tridetti si trova ai piedi di Staiti, nella valle degli ulivi che scende verso il mare, subito riconoscibile dalle tre absidi rivolte ad oriente. La leggenda narra dell’esistenza di un piccolo tempio sottostante Tridetti, eretto dai Locresi nel V secolo a.C. ed impreziosito da una statua di Nettuno (Tridente) con mantello gemmato, poi trafugato da Annibale; e racconta la trasformazione del tempio in una chiesa greca, ad opera di monaci basiliani (VIII secolo d.C.), dedicata alla Madonna del Tridente. Alcuni studiosi ritengono che Tridetti provenga dal greco tridactilon, le tre dita benedicenti del Bambino in braccio alla Madonna. Documentata nel 1060, ma scoperta solo nel 1912 dall’archeologo Paolo Orsi, Tridetti presenta un’architettura con elementi di derivazione greca (l’assenza di sculture, gl’ingressi separati per uomini e donne, l’arco a sesto acuto tra la navata e il presbiterio), araba (la forma acuta dell’arco trionfale) e bizantina (decorazione con laterizi). Tridetti è la fusione dichiarata delle due religioni, orientale bizantina e occidentale normanna, che si ritrovano in altri esempi dell’architettura calabrese e che hanno incredibilmente resistito fino ai giorni nostri ad ogni calamità naturale e storica.
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