Opera di Santa Croce
Lo scenario relativo ai “beni culturali” è, da decenni, in continuo movimento, in perenne tentativo di assestamento, in travagliata ricerca di equilibri normativi e gestionali.
In questo panorama, dagli anni ’70 del secolo appena scorso, Regioni ed Enti locali sono comparsi come soggetti portatori di un ruolo nella gestione e conservazione dei beni culturali; nel frattempo, altri enti, di antichissima fondazione, sono stati oggetto di riflessione sull’opportunità di una loro soppressione o, viceversa, di una conferma del loro ruolo storico: le Fabbricerie.
Riconosciute e regolate dalle leggi concordatarie (con l’ultima revisione del 1985), queste realtà, per certi versi anomale nel quadro giuridico italiano, rappresentano la continuità storica di una gestione dei grandi complessi monumentali legati alle cattedrali, alle grandi basiliche e chiese d’Italia. Nella sola Firenze – fatto singolare – agiscono tre Opere: quella di Santa Maria del Fiore, di Santa Croce, di San Lorenzo.
Due, oggi, i grandi fronti di impegno: i piani di conservazione di questi grandi spazi con le loro opere e i piani di valorizzazione per l’accoglienza del grande pubblico.
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