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venerdì 12 novembre 2010 ore 11:00
I materiali storici nella formazione degli architetti

Associazione Palazzo Spinelli
Venerdì 12 novembre - dalle ore 11,00 alle ore 11,45 - Area Formazione

La storia dell’architettura monumentale e, in generale, dell’edilizia si avvale in ogni epoca di elaborazioni teoriche, disegni tecnici e appunti di pratica costruttiva. In particolare i documenti giunti fino a noi riguardano i materiali e il loro impiego nei procedimenti edilizi.
Leon Battista Alberti (1404-72) nel trattato De re aedificatoria adotta due modi per classificare i materiali da costruzione o da ornamento: il richiamo alle fonti letterarie antiche (Plinio, Vitruvio, e altri) e le proprie esperienze come architetto. Da notare che si sofferma su aspetti speciali della progettazione come l’allestimento di modelli lignei dell’edificio; e che apprezza le costruzioni in mattoni, per la praticità, la convenienza economica e i vantaggi in esecuzione.
Anche Francesco Di Giorgio Martini (Siena 1439-1502), architetto di Federigo da Montefeltro, nei trattati di ‘architettura e arte militare’ descrive materiali diversi citando le fonti antiche, ma inserisce note e osservazioni proprie sul reperimento e l’uso in territorio senese; ad esempio sulle pietre adatte a fare calce, le ‘arene’ ed i legnami.
Nel XVI sec. Andrea Palladio (1508-80) collega il tema dei materiali con le tecniche murarie e ne fornisce disegni, che appaiono di essenziale comprensibilità per varie strutture in elevazione.
Una disamina dei materiali lapidei e della relativa provenienza si incontra nei testi di Vincenzo Scamozzi (1552-1616), che ereditò la cultura di Serlio e Palladio. Nella Idea dell’architettura universale, edito a Venezia nel 1615, le informazioni sulle pietre si ampliano ai paesi dell’Europa, a dimostrazione della internazionalità che connotò il tardo rinascimento e l’imminente barocco.Rispetto alle proprietà dei litotipi più diffusi, lo Scamozzi non va oltre l’empiricità dei suoi predecessori, come per altri materiali, in particolare i legnami e i metalli, indispensabili per una corretta e solida tecnologia edilizia . Durante il Cinquecento si registrano contributi sull’impiego dei materiali destinati ad opere speciali come prova Giorgio Vasari (1511-1574) che nella ‘Introduzione alle tre arti del disegno’, si rivolge agli ‘artefici’ del suo tempo perché utilizzino i suoi insegnamenti.
Dopo i secoli XVI e XVII la conoscenza dei materiali si integra sempre di più con la definizione dei sistemi strutturali; nella seconda parte del XVIII sec. infatti nella formazione degli architetti confluiscono i princìpi della meccanica razionale e si cominciano a mettere a frutto le nozioni sulla resistenza dei materiali.
Fra gli autori più interessanti italiani sono da citare Girolamo Fonda, un matematico, autore degli Elementi di architettura civile, e militare (Roma 1764) e Girolamo Masi, che pubblicò, nel 1788, Teoria e pratica di architettura civile. L’Architettura pratica di Giuseppe Valadier (1802) raccoglie un corpus di insegnamenti tuttora utilissimi per la valutazione storica della tecnica costruttiva tradizionale.
Ad oltre due secoli di distanza, i materiali dell’edilizia storica rientrano oggi a pieno titolo nella formazione degli architetti che sono chiamati ad affrontare problemi di recupero conservativo e di restauro. La conoscenza scientifica, basata sull’ispezione diretta e su avanzate tecnologie di indagine diagnostica, permette altresì di intervenire su patologie di degrado differenziate per pietre, legnami, intonaci e di predisporre interventi compatibili con i manufatti originali.

Relatore: Alessandro Gambuti.

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