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Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Toscana

Soprintendente - Dott.ssa Fulvia Lo Schiavo

La Soprintendenza Archeologica per la Toscana nasce con le strutture amministrative che il regno d’Italia si diede per omogeneizzare i vari sistemi pre-unitari; le sue radici, tuttavia, affondano anche nella snella struttura scientifica che i Granduchi di Toscana – Medici prima, Lorena poi – avevano disposto alla gestione del patrimonio museale.

Dopo le casuali acquisizioni del Cinquecento e del Seicento, a partire dal Settecento gli antiquari preposti dal Granduca alle loro raccolte museali cominciano ad interessarsi sempre più attivamente di scoperte casuali, e degli scavi che vengono intrapresi per giungere a ritrovamenti archeologici. Nell’Ottocento la normativa della Toscana non è attenta e severa come – ad esempio – quella dello Stato Pontificio, e grandi campagne di scavo, soprattutto a Chiusi, vengono condotte senza alcun intervento dell’amministrazione granducale. Dai carteggi, tuttavia, traspare un’attenzione non episodica verso i materiali che la febbre archeologica porta alla luce anche in Toscana.

Ancora nei due decenni che seguono l’Unità d’Italia è la direzione del Museo fiorentino a seguire scavi e scoperte;

con Luigi Milani nasce, sul finire del secolo, il Museo Topografico dell’Etruria, viene scorporata dal complesso dei musei già granducali (gli Uffizi) la componente propriamente archeologica, e si insedia anche a Firenze la struttura (la Soprintendenza) alla quale lo Stato unitario affida la vigilanza su scavi e scoperte fatte da privati, e il compito di intraprendere scavi propri. Il territorio su cui opera la Soprintendenza che ha sede a Firenze è, all’inizio, quello della Toscana, di parte dell’Umbria, del Lazio settentrionale, di Luni: l’antica Etruria è amministrata da un’unica istituzione, la cui grandiosa vetrina è il Museo Topografico, e che è detta appunto "Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria".

Poco è cambiato nell’ultimo secolo; la struttura è divenuta sempre più articolata e complessa, il Museo centrale ha ceduto il passo a musei più piccoli, dislocati sul territorio della regione; diviene la "Soprintendenza Archeologica per la Toscana".

Gli scavi dei privati sono oggi scomparsi, le istituzioni universitarie, che ai primi del secolo si occupavano quasi solo di storia dell’arte, sono oggi vivace soggetto di indagine sul territorio, così come Comuni e Province. La Soprintendenza continua a vigilare sulla loro attività, sui ritrovamenti casuali e, soprattutto, cerca di prevenire il "caso", esercitando un continuo e snervante controllo del territorio; conduce – sempre più raramente – nuove campagne di scavo, e cerca soprattutto di conservare e valorizzare il patrimonio di monumenti e di reperti accumulato in un secolo di vita.


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