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sabato 31 ottobre 2009 ore 11:00
Impianti elettrici in ambienti di pregio soggetti a restauro: il problema del rispetto delle norme e dei vincoli ambientali e artistici. Alcuni esempi illustri in Firenze: La Basilica di Santa Croce, la Cattedrale di Fiesole e Palazzo Vecchio.

KME Italy S.p.a., in collaborazione con L’Elettrica S.r.l. di Rossi Adriano
Sala Camillo Boito, Sabato 31 ottobre dalle ore 11,00 alle ore 12,00
Comunicazione

La relazione affronta il tema della progettazione di impianti tecnologici in luoghi sottoposti a opere di restauro e soggetti a vincoli architettonici in virtù delle loro peculiarità storiche/artistiche. Esiste ormai una base culturale affermata che privilegia un’impostazione progettuale personalizzata al luogo, che si impone di evitare i grossolani errori compiuti in passato. Due esponenti illustri del settore progettuale fiorentino descriveranno l’approccio culturale che ha preceduto e guidato la stesura tecnica dei progetti per l’adeguamento e messa a norma degli impianti nei luoghi di interesse storico e artistico indicati nel titolo.

La Fabbrica Palazzo Vecchio, quale specifica magistratura creata nel 1446, è incaricata, ancora oggi, della gestione, della manutenzione e del restauro del palazzo. Dei molti interventi realizzati dalla suddetta Fabbrica, importante e innovativo, è stato quello riguardante la nuova illuminazione artistica della Torre di Arnolfo e dei Camminamenti di ronda che, negli ultimi anni, risultava inadeguata e obsoleta.
La luce omogenea, infatti, proveniente da sorgenti molto distanti, appiattiva la volumetria del fusto della torre e la faceva percepire come un oggetto bidimensionale. I camminamenti di ronda, invece, erano illuminati da sorgenti puntiformi incapaci di risaltare il coronamento del palazzo e di mostrarlo, dunque, quale elemento architettonico caratterizzante l’opera arnolfiana.
Inoltre, quale risposta a queste problematiche, sono stati perseguiti i seguenti obiettivi:

• riduzione del consumo energetico;
• diminuzione dell’inquinamento luminoso verso la volta celeste;
• possibilità del controllo del flusso luminoso;
• possibilità di realizzare linee esterne senza dover ricorrere alle demolizioni del paramento murario.

La Fabbrica Palazzo Vecchio ha così progettato un nuovo impianto capace di differenziare l’illuminazione delle facce della torre in modo da esaltarne l’imponente volumetria. Nello specifico, il progetto, concepito sulla base di una temperatura colore di 3000 K, ha mirato a far risaltare l’effetto chiaroscurale del bozzato in pietra forte fiorentina, ottenuto mediante l’impiego di lampade Master Color® e lineari fluorescenti compatte con indice Ra = 80.
Al contempo è stato realizzato un apposito corpo illuminante per l’illuminazione della volta del camminamento di ronda facendolo nuovamente percepire come un luogo unico. Il progetto, elaborato su queste basi, ha così soddisfatto anche gli obiettivi sopracitati. Infatti:

• la riduzione del consumo energetico è stata ottenuta mediante l’impiego di lampade a fluorescenza, ove possibile, e dove le caratteristiche tecniche non lo consentivano, con lampade a ioduri metallici di nuova generazione;
• la diminuzione dell’inquinamento è stata perseguita creando appositi sostegni capaci di orientare in maniera corretta i diversi proiettori;
• il controllo del flusso luminoso è stato garantito con l’impiego di un sofisticato quadro di comando dove ogni linea elettrica in uscita era accompagnata da un cavo pilota (tecnologia bus 1/10 volt) che permetteva la variazione di scenari reimpostati;
• per non ricorrere a cavi “sotto traccia”, con conseguente demolizione di parte della muratura trecentesca, sono stati utilizzati cavi a isolamento minerale capaci di adeguarsi in esterno alle murature antiche.

Relatori: Claudio Mastrodicasa, Alberto Pesciullesi, Floriano Poli, Mauro Santoni. Coordinano: Massimo Banfi, Adriano Rossi.

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