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giovedì 13 novembre 2014 ore 00:00
Mostre (13-15 novembre 2014)

SOS RESTAURO. Emergenze e soluzioni tecnologiche
Promossa dal Salone dell’Arte e del restauro di Firenze in collaborazione con:
MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo, Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.
Allestimento Stand MiBACT: ALES Arte Lavoro e Servizi Spa
Sponsor Tecnici: Fineartservices Srl, PLS Educational Spa.


Opere in mostra nello Stand MiBACT: provenienti dalle aree terremotate di Mirandola (MO) e L’Aquila
1) Tondo proveniente da L’Aquila raffigurante una "Sacra Famiglia con San Francesco" (1527-1528 ca.) di Cola dell'Amatrice.
Sacra Famiglia e i Santi Francesco e Giovannino 1527-1528 ca attr. a Cola dell’Amatrice Olio su tavola, diametro cm 105 Provenienza: L'Aquila, Chiesa della Concezione
L’Aquila, Museo Nazionale d’Abruzzo
A L'Aquila, una città permeata della spiritualità francescana che si era diffusa negli Abruzzi sin dagli anni della conquista angioina del trono di Napoli, nel terzo decennio del Cinquecento procedevano alacremente i lavori di costruzione della straordinaria facciata della Basilica di San Bernardino, su progetto di Nicola Filotesio, più noto come Cola dell'Amatrice. Nel corso dell'attività esercitata in Abruzzo l'artista non si era limitato a definire importanti lavori come architetto; tra "le cose più notabili della città dell'Aquila", Giovan Giuseppe Alferi ricorda la Sacra Famiglia con San Francesco della Concezione come un’opera di "bel disegno del maestro Cola della Amatrice", riconosciuta da Roberto Cannatà nel 1981, nella tavola pervenuta al Museo Nazionale d'Abruzzo assieme alla monumentale Disputa di Gesù con i Dottori della Cattedrale aquilana. Un'altra committenza di rilievo è il perduto gonfalone della Città commissionatogli dalla Magnifica Camera aquilana. Il nostro tondo raffigura la Sacra Famiglia con i santi Francesco e Giovannino; Gesù bambino tiene tra le mani un libro aperto e sembra mostrarne il contenuto a San Francesco d’Assisi, mentre la Madonna tende la mano verso San Giovannino. Sulla sinistra, un po’ arretrato, è San Giuseppe in atteggiamento meditativo. La tavola si trovava ancora nella collocazione originaria nel 1848, quando viene citata da Leosini, rimanendo poi esposta nel Museo Nazionale d’Abruzzo fino al terremoto dell’aprile 2009.
Nell’opera è evidente la forte ascendenza della lezione di Raffaello che il Filotesio poteva ammirare a l'Aquila dove il Divin Pittore aveva inviato la pala d'altare raffigurante la Visitazione per la Cappella Branconio nella Chiesa di San Silvestro, la celebre opera poi trasferita in Spagna ed esposta al Prado. Il dipinto è in corso di restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure. A causa del terremoto la tavola, cadendo, si era rotta in tre parti e sommersa da calcinacci e pietre. Prima di tutto è stata ristabilita la coesione e l’uniformità del tavolato, risanando le fessure. È stato progettato e realizzato un sistema di travasatura in grado di sostenere l’opera e controllare i naturali movimenti. Sono stati eseguiti i consolidamenti degli strati pittorici, prima di procedere alla pulitura, rimuovendo molteplici ridipinture realizzate in epoche diverse, probabilmente con l’intento di rafforzare i volumi di alcuni panneggi; altre avevano alterato pesantemente i tratti somatici, come sul volto di San Francesco. Al termine della pulitura è stata eseguita la stuccatura a gesso delle lacune. L'opera è stata esposta nel 2012 presso il Palazzo Farnese di Ortona, in corso di restauro, alla mostra L'Arte in Abruzzo al tempo di Margherita d'Austria, e riproposta nell'edizione aggiornata dal titolo La Bellezza inquieta, a Santo Stefano di Sessanio nel 2013, con catalogo edito da Allemandi a cura di Lucia Arbace.

2) Corprifonte Battesimale proveniente dalla Chiesa di S. Maria Maggiore, Mirandola (MO)
L'opera individuata per l’esposizione nello stand del MiBACT dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia è un Corprifonte Battesimale proveniente dalla Chiesa di S. Maria Maggiore, Mirandola (MO), in Legno intagliato (cm 105 x 77 x 77) del XIX sec. di proprietà ecclesiastica, parrocchia di Santa Maria Maggiore, attualmente conservata nel Centro di raccolta e di pronto intervento sui beni danneggiati dal sisma del Palazzo Ducale di Sassuolo. L’Opera sarà allestita ed esposta, insieme al pannello esplicativo e a altri 4 supporti informativi. Il Corprifonte Battesimale è stato colpito dal terremoto dell’Emilia Romagna del 2012.

2) Opere in mostra nello Stand MiBACT a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Restauri archeologici in Toscana: alcuni esempi
L’esposizione intende illustrare alcuni interventi salienti effettuati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana presso il Centro di Restauro di Firenze e il Centro di Restauro del Legno Bagnato di Pisa. Tecnologie all’avanguardia, sperimentazioni, esperienza si fondono con risultati innovativi e con risultati fino a pochi anni fa impensabili.

Elmi dall’Arce di Vetulonia, Castiglione della Pescaia (GR)
Il contributo finanziario della Confederazione Elvetica, concesso a questa Soprintendenza e all’Opificio delle Pietre Dure nell’ambito dell’Accordo Italia-Svizzera, ha consentito il restauro di un gruppo di elmi in bronzo provenienti dal deposito votivo dell’Arce di Vetulonia. Gli elmi, di tipo cd. Negau, risultano essere stati intenzionalmente schiacciati prima di venire riposti nel deposito votivo, dove furono rinvenuti nel 1905.

Secondo Blocco delle Armi” di Populonia, Piombino (LI)
Il restauro del secondo “Blocco delle Armi” di Populonia è stato anch’esso condotto grazie al contributo della Confederazione Elvetica. Si tratta di una serie di armi in ferro e in bronzo, databili al V secolo a.C., ammassate ritualmente sul fondo di una fossa, e ridotte ad un ammasso informe di ossidi fino al restauro.

Tavola in legno dalle “Navi di Pisa”
Si presenta una tavola di legno di grandi dimensioni con ammorsature proveniente dal Cantiere delle Navi Antiche di Pisa e restaurata con il metodo della Kauramina. Il metodo, da poco introdotto su larga scala proprio nel laboratorio pisano, ha l’innegabile pregio di comportare una trascurabile deformazione dell’oggetto e limitate prescrizioni di conservazione al termine del trattamento.

Elemento del Frontone di Luni (Museo Archeologico Nazionale, Firenze)
L’opera di ricollocazione dei frammenti del frontone lunense, consevato presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, prosegue con notevoli risultati, come è possibile constatare nell’esempio che si presenta in questa sede. Tre figure virili ed un cavallo sono stati ricollocati, con un paziente lavoro di integrazione e studio, ricostruendo una prima porzione del frontone.

Il Tempio dell'Arte Contemporanea. Ricerca, sperimentazione e tecnica, nella produzione del contemporaneo
Evento politematico curato da Francesca Roberti (Associazione Art.Art Impruneta – Firenze) coordinamento Fiorella Noci; Jacopo Celona, Lilia Lamas (Florence Biennale, Linea Spazio Arte Contemporanea).
Su tre tematiche si sviluppa l'esposizione contemporanea proposta quest'anno al Salone dell’Arte e del Restauro 2014:

1) tema “Visioni Contemporanee sulla Società, la Storia e l'Industria”con installazione di scultura di Giuseppe Gavazzi, Le Mani della Tradizione progetto fotografico di Thomas Quintavalle, Por los Lugares de la Memoria di Sary Haddad e una serie fotografiche di Roberta Verteramo.

2) tema “Fenomeno sismico” e la sua capacità di distruggere la storicità artistica con i suoi monumenti e le opere d'arte con Giovanna Sparapani, Luca Federici e Pasquale Celona.

3) tema “L’Archeologia del Mare”animata dalle opere di Paolo Staccioli, Ignazio Fresu, Fiorella Noci e Stefano Mariotti.

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