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venerdì 9 novembre 2012 ore 13:15
Il Consolidamento ed il Restauro della Chiesa del Sacro Cuore al Romito a Firenze fra tradizione ed innovazione

Comune di Firenze in collaborazione con Sicos Costruzioni e Restauri - Firenze, Kappazeta Consolidamenti - Parma, Bossong Consolidamenti e Fissaggi - Bergamo
Venerdì 9 novembre dalle ore 13:15 alle ore 14:15 - Sala Bianchi

Dopo la costruzione del Cimitero di Trespiano la città di Firenze avvertì la necessità di realizzare una “Stanza Mortuaria” dove depositare le salme prima dell’ultimo trasporto. Il luogo prescelto nel 1784 per la creazione di questo particolare edificio fu Via delle Ruote. Sul finire del 1800 vi fu la necessità di spostare questa struttura oltre i viali di circonvallazione che avevano preso il posto delle vecchie mura cittadine. La scelta ricadde sul Romito dove esisteva un piccolo oratorio dedicato a Santa Lucia edificato a cura di un religioso dedito alla solitudine sotto le arcate dell’acquedotto romano che ancora rimanevano in piedi.
Nel 1925 fu costruita la Chiesa primigenia, composta da quella che ora è la navata principale su progetto dell’ Ing. Ezio Zalaffi, tecnico in forza all’Uffico Tecnico del Comune di Firenze.
Nel 1944 la chiesa fu in gran parte distrutta dai bombardamenti. La ricostruzione affidata all’ Ingegner Giuliano Boldrini previde di ampliare l’edificio ad aula sullo schema classico, con l’aggiunta di due navate laterali. Nel 1951, la facciata principale fu arricchita dal portico con copertura a semipadiglione.
Prima del restauro la chiesa presentava un quadro fessurativo estremamente preoccupante, con un cedimento dello spigolo est, evidenziato da una profonda frattura della pavimentazione della chiesa che si propagava in verticale: sulla facciata principale fino ad interessare il rosone, e su quella laterale fino ad interessare la prima monofora, determinando un prisma di distacco che aveva subito un’azione di abbassamento fondale e di rotazione verso l’esterno.
La cattiva qualità degli ammorsamenti delle navate laterali alla navata principale (chiesa primigenia) ha amplificato questi cedimenti e ci ha costretto ad intervenire con un coacervo di interventi: iniezione di resine espandenti, sottofondazioni con micropali, cerchiature e cuciture con barre metalliche inserite internamente alla muratura grazie ad apposite carotatrici.
Interventi che sono tutti monitorati grazie ad una rete di sensori che tengono sotto controllo l’edificio in tutti i suoi micro e macro spostamenti inviando agli uffici del comuni i dati raccolti in tempo reale.

Relatori: Don Paolo Capecchi, Claudio Mastrodicasa, Marco Folini, Leonardo Falciani

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