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venerdì 9 novembre 2012 ore 15:00
Rotelle di Modena, Armi e Pittori

Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Siena e Grosseto
Venerdì 9 novembre dalle ore 15:00 alle ore 16:00 - Sala Boito

La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto ha individuato tra le opere esposte nelle chiese senesi il peculiare gruppo di armi dedicate come armi di Cristoforo Colombo in Santa Maria di Fontegiusta. Come è stato dimostrato in uno studio presentato in forma di esposizione a Casa Siviero, con la collaborazione della Regione Toscana, si tratta invece di una panoplia appartenuta ad un cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano (ordine equestre toscano fondato da Cosimo I de' Medici). Con ogni probabilità si tratta di armi (un copricapo, una spada da lato, i resti di un archibugio a miccia e una rotella) impiegate alla battaglia di Lepanto.
La rotella in particolare, che mostra evidenti tracce d'uso e danni dovuti a colpi di spada, che furono prodotti certamente in un corpo a corpo, merita attenzione. I documenti d'archivio ricordano come il Granduca Ferdinando I, quale Gran Maestro dell'Ordine, abbia acquistato a Modena 'rotelle da galea', ossia scudi circolari appositamente realizzati per impiego navale.
Un gruppo di rotelle del tipo si conserva ancora a Venezia all'armeria del Consiglio dei X (una di esse è facilmente riconducibile, essendo figurata, alla mano del pittore modenese Niccolò dell'Abate), mentre altre fanno parte del gruppo di pezzi entrato nelle collezioni degli Este, oggi conservate con altri cimeli di diversa provenienza nella armeria di Konopiste presso Praga.
Il restauro e lo studio del pezzo, che hanno coinvolto anche le Università di Modena e Firenze (con cui si attende di poter dare alla luce una articolata pubblicazione sul soggetto), hanno fornito utili ed inedite informazioni che in parte confermano, in parte modificano, quanto scritto sulla famosa rotella della Medusa di Caravaggio. La presentazione di questi risultati darà la possibilità di un dialogo col pubblico, per meglio chiarire, a chi fa ricerca, se vi siano anche margini di aspettativa particolare da parte degli storici dell'arte che avessero intenzione di addentrarsi in tali ambiti.

Relatori : Mario Scalini, Lavinia Federici

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