sabato 13 novembre 2010 ore 10:00
Conservation Scientists? Sì, grazie! Il contributo della scienza alla tutela dei beni culturali: dibattito su presente e futuro professionale dello scienziato della conservazione.
Italian Association Of Conservation Scientists in collaborazione con la Società Chimica Italiana, e l’Università degli Studi di Firenze - Corso di Laurea in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro e Corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Conservazione e il Restauro
Sabato 13 novembre - dalle ore 10,00 alle ore 13,00, Sala Camillo Boito
Sono ormai quasi dieci anni che l’Università italiana ha attivato corsi di laurea per la formazione di scienziati esperti in conservazione dei beni culturali. I laureati in questi corsi di laurea dovrebbero affiancare i restauratori durante le operazioni di restauro, progettare campagne di indagini diagnostiche, fare ricerca nel campo delle scienze per la conservazione e, in generale, rappresentare il trait d’union fra lo scienziato puro e lo storico dell’arte o il conservatore con formazione puramente umanistica. Purtroppo, a causa delle carenze legislative nel settore della conservazione dei beni culturali (si pensi all’irrisolto problema del riconoscimento professionale della figura del restauratore), il conservation scientist trova attualmente molte difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro.
L’obiettivo di tale evento è quello di intavolare una discussione su presente e futuro professionale dei laureati nei suddetti corsi di laurea, a cui prendano parte i rappresentanti dei principali enti che dovrebbero impegnarsi nella definizione del ruolo del conservation scientist. Nel corso del dibattito l’uditorio avrà modo di interagire con esponenti del mondo politco (Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei Deputati, MIBAC), accademico (Società Chimica Italiana e Consiglio Universitario Nazionale) e con rappresentanti del mondo della conservazione dei beni culturali.
L’auspicio è quello che tale momento di discussione possa costituire uno stimolo affinché la situazione delle figure professionali del mondo della conservazione venga finalmente affrontata con serietà.
Relatori:
Prof. Luigi Dei (Moderatore), Università di Firenze:Introduzione all’evento
Maria Teresa Iaquinta, ICCROM: Rapporto tra scienza e beni culturali
Prof. Luigi Campanella, Società Chimica Italiana (SCI): Il conservation scientist oggi
Prof. Franco Lucarelli, Università di Firenze e Prof. Ettore Gigante, Università di Roma: Formazione specifica del conservation scientist (le classi di laurea L43 e LM11)
Dott.ssa Alessandra Petrucci, Dott. Giuseppe Losco, Dott. Stefano Tortorella,Consiglio Universitario Nazionale (CUN): Il riordino delle classi di laurea nel settore della conservazione dei beni culturali
Dott. Michele Baglioni e Dott. Andrea Macchia, Italian Association of Conservation Scientists (IACS): Lo stato occupazionale dei laureati nelle classi L43 e LM11
Prof. Maurizio Seracini, University of California, San Diego e Editech: L’importanza del conservation scientist nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale
Dott.ssa Magnolia Scudieri, Polo Museale di San Marco, Firenze: Il rapporto tra sovrintendenza e laureandi nei corsi di laurea in scienze e tecnologie per la conservazione dei beni culturali
Dott. Salvo Barrano, Associazione Nazionale Archeologi (ANA), Associazione 20 Maggio e Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali (COLAP): Il problema del precariato nel settore dei beni culturali
Prof. Corrado Sarzanini, Società Chimica Italiana – Divisione Chimica per l’Ambiente e i Beni Culturali: Le strategie della Divisione in risposta alle attuale mancanza del riconoscimento professionale del conservation scientist
Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC): Le azioni intraprese dal Ministero per la promozione della figura professionale del conservation scientist nell’ambito dei beni culturali: ruolo, competenze e responsabilità
On. Valentina Aprea, PDL e Sen. Andrea Marcucci, PD: Cosa si propone di fare la politica riguardo al settore dei beni culturali, e, più nello specifico, riguardo al riordino delle professionalità del settore.
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Situazione della ricerca e nuove strutture di comunità scientifiche nel settore della conservazione dei BB.CC
Il settore dei Beni Culturali ha subito negli ultimi dieci anni un’importante innovazione con la definizione al livello europeo del ruolo dell’Università nel processo formativo dei suoi addetti scientifici. Prima soltanto per la componente umanistica i cicli universitari erano responsabilizzati per la funzione formativa, lasciando invece alle strutture tecniche del Ministero dei Beni Culturali la realizzazione di corsi formativi in questa area. Il carattere sempre più scientifico e meno empirico della conservazione e del restauro dei BB.CC. ha indotto queste innovazioni anche sotto la spinta degli altri paesi europei.
Ora stiamo vivendo una fase transitoria molto delicata. La ricomposizione culturale tanto ricercata ne richiede anche una strutturale che consenta di integrare le strutture di ricerca dei due Ministeri coinvolti (MIUR e MIBAC) al fine di fare aumentare il tasso di offerta scientifica e soprattutto di competenze da impiegare nel faticoso processo di conservazione e protezione del nostro patrimonio culturale. Intorno a questa urgenza si moltiplicano le iniziative che intendono sostenerlo, superando quindi le sacche di difesa comparativa di propri privilegi o proprie esclusività. I laboratori integrati, i centri di Ricerca, la conservazione, gli accordi di programmi con gli Enti stanno portando una ventata di novità. L’importante è non trincerarsi dietro ormai superate posizioni di indisponibilità alla collaborazione e di isolata operatività. Ne trarrà vantaggio la Società ed il suo patrimonio culturale, la ricerca e le sue proposte innovative, la formazione che non può prescindere per essere tale da una stretta integrazione fra competenze, esperienze e formazione di base.
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